I giorni 22-23-24 Marzo 2018, in un gruppetto di alunni del Liceo siamo partiti per Firenze, diretti verso i “Colloqui fiorentini”: una serie di convegni tenuti da poeti e critici letterari, al Nelson Mandela Forum. Accompagnati prima dal Preside e poi dalla Prof.ssa Maioli, noi ragazzi abbiamo visitato Piazza del Duomo, il Ponte Vecchio, il museo “Casa di Dante” e altri monumenti.
Alcuni di noi hanno pernottato due notti a Firenze, altri ci hanno raggiunto il giorno delle premiazioni. Anche se non abbiamo portato a casa nessuna vittoria, è stata comunque un’esperienza emozionante e interessante che ci ha permesso di approfondire le nostre conoscenze letterarie rispetto alle opere di Eugenio Montale.
Laura Almiron
Un’analisi poetica della tre giorni fiorentina:
Immoto andare
È stato, forse, solo un immoto vagare questo viaggio attraverso le rime montaliane.
Non possiamo certo affermare di aver viaggiato in prima classe, su binari scorrevoli, su versi facilmente accessibili ed indiscusse verità, né di essere arrivati con alcuni minuti d’anticipo.
Nel nostro lavoro su Montale siamo partiti all’alba, dal principio, dalla nascita intellettuale del poeta e, pertanto, dalla sua visione ancora acerba dell’esistenza. Breve è stato il passaggio verso la maturità: nemmeno ci siamo accorti che, sui binari, il sole era già sorto.
Ci siamo pertanto ritrovati, viaggiando, nell’età della piena consapevolezza del poeta, nel tempo delle domande senza risposta, dei muri troppo alti, dei cocci sotto i piedi, mentre ci chiedevamo quanto tempo ancora ci sarebbe voluto per arrivare. Cinque minuti, ci hanno risposto, e già eravamo sui ponti di Firenze ad innamorarci dei rigagnoli di luce riflessi sull’Arno. Il sole era calato da diverse ore e, a fatica, riuscivamo a scorgere il senso di quel nostro peregrinare tra le vie così strette di quella città. Nemmeno nel morire di quella giornata, nel suo tramonto, il poeta ha districato il nodo dei suoi versi.
È stato allora solamente un immoto andare questo nostro viaggio, un’indagine sul senso delle cose, un’ora di sonno fino alla stazione o forse solamente un vagare che già conteneva in sé tutta la verità, una lettura veloce che dona sostanza ad una vita intera.
Camilla Bianchi