Insegnanti per vocazione: educare secondo Don Pascual Chavez.
Chi affronta il difficile, ma allo stesso tempo meraviglioso, mestiere dell’insegnante si trova spesso a confrontarsi, da una parte, con il dubbio di non essere adeguato e,dall’altra, con la certezza di essere chiamato ad una missione prima di tutto educativa che lascia spazio solo in seconda istanza alla trasmissione del sapere. Il prezioso incontro con Don Pascual Chavez ha permesso a noi insegnanti degli istituti San Tomaso d’Aquino di Correggio di trovare un momento per riflettere su questi temi così delicati e sui quali si gioca la riuscita del nostro lavoro.
Don Pascual è un sacerdote salesiano che ha rivestito per due mandati il ruolo di Rettor Maggiore della sua congregazione.
Chi meglio del nono successore di San Giovanni Bosco poteva aiutarci a ripensare al nostro ruolo di educatori nella scuola di oggi?
Grati di questa opportunità, abbiamo ascoltato con grande fervore le parole di Don Pascual che ci ha permesso di ristabilire alcuni punti cardine dell’educazione in questa società post-moderna dove la verità sembra non essere più univoca e il relativismo dei valori mina le relazioni interpersonali.
Don Pascual ci ha richiamato proprio agli insegnamenti di Don Bosco: le sue parole si rivelano particolarmente attuali e si dimostrano uno strumento controcorrente rispetto a quanto la società ci trasmette in merito ai giovani di oggi. La visione comune delle nuove generazioni è infatti molto negativa: quanti di noi si sono sentiti dire con disincanto “Non ci sono più i giovani di una volta!”.
Don Pascual, rifacendosi al suo maestro, ha invece proposto un cambio totale di prospettiva e, attraverso le parole del santo, sottolinea che “il punto sta nello scoprire nei giovani i germi delle loro buone disposizioni e procurare di svilupparli”.
L’arduo compito dell’insegnante-educatore prevede allora di far fiorire in ogni ragazzo quei semi di bene che, una volta sbocciati, porteranno ciascuno di loro a trovare il senso della loro vita. Per riuscire in questo intento non basta limitarsi a far scoprire agli studenti la bellezza della letteratura e delle scienze, ma si rende necessaria per l’insegnante un’azione più intima che passa prima dall’amore per i propri allievi e poi dalla passione per il proprio lavoro.
Tutto ciò si concretizza se non per vocazione.
L’insegnante che realizzerà questa missione sarà colui che ha aperto il suo cuore ai ragazzi, che ha deciso di stare loro accanto nonostante le difficoltà e gli insuccessi,che saprà renderli autonomi e che con amorevolezza accetterà il loro distacco e ne riaccoglierà con gioia il ritorno. Come ha sottolineato Don Pascual, nel mondo del “colligo ergo sum” in cui i giovani sentono di essere solo se collegati alla rete, diventa urgente per l’insegnante far fare esperienza ai propri studenti di valori reali e
ridimensionare l’ambiente virtuale che li porta lontani dalla realizzazione di loro stessi e dunque dalla loro felicità. La scuola, insieme alle famiglie, deve pertanto aiutare i suoi giovani a tornare protagonisti delle loro vite e far capire loro quanto sia bello e fruttuoso intessere relazioni vere nelle quali assumersi la responsabilità dell’altro.
Vedere l’insegnante assumersi la responsabilità educativa dei propri studenti permetterà loro di capire che ciò che si propone non solo è possibile, ma dà senso alla relazione. Per riuscire nella missione educativa, oltre all’amore, alla presenza e all’esempio, Don Pascual ha sottolineato l’importanza di vedere la scuola come un’ecologia educativa, come, cioè, una realtà ricca di stimoli e di valori nella quale ogni alunno percepisce di essere voluto e considerato per la propria unicità.
Questo è possibile solo creando una comunità educante capace di far fiorire i talenti che ogni allievo ha e nella quale ogni insegnante collabora con i colleghi nell’obiettivo ultimo di custodire presente e futuro del singolo studente.
Lasciamoci ispirare da queste provocazioni, certi che rendere i giovani capaci di realizzare la felicità vera scritta nei loro cuori è il dono più grande che la scuola può far loro.
Di seguito le foto dell’incontro di Don Chavez con gli alunni del Liceo, tenutosi la mattina di Venerdì 24 Marzo.